Dopo lo scoppio del COVID-19, gli esperti cinesi hanno raccomandato al pubblico di indossare mascherine nella città più colpita o durante gli incontri pubblici fuori dall'epicentro.In realtà, tuttavia, la maggior parte delle località richiede che tutte le persone indossino le mascherine nei luoghi pubblici.Penso che ci siano quattro fattori principali per cui il popolo cinese accetta i requisiti di indossare le mascherine all'aperto.

Innanzitutto, idealmente solo i pazienti devono indossare le mascherine, ma è difficile chiedere a tutti gli infetti di indossare le mascherine perché molti casi sono asintomatici o con sintomi lievi.Secondo un test giapponese su tutti i cittadini giapponesi evacuati da Wuhan, in Cina, al Giappone, il 41,6% di tutti i passeggeri positivi al COVID-19 non presentava sintomi.Un'altra ricerca sui 72.314 casi confermati condotta dal China Center of Disease Control (CDC) suggerisce che ci sono stati 889 casi senza sintomi, pari all'1,2% di tutti i casi confermati.

In secondo luogo, è molto difficile, se non impossibile, per il pubblico in generale mantenere un adeguato distanziamento sociale in molti luoghi pubblici a causa della forte densità di popolazione.Nella provincia di Hubei nel 2019 c'erano circa 60 milioni di abitanti, più o meno come in Italia.La superficie dell'Hubei, tuttavia, è solo il 61 per cento circa di quella italiana.

In terzo luogo, a causa della mancata corrispondenza costi-benefici, gli infetti preferirebbero non indossare le mascherine.Se solo gli infetti indossassero, quegli individui non riceverebbero nulla di positivo ma tutti i costi come difficoltà respiratorie, spese di acquisto e persino discriminazione.Naturalmente, questa azione gioverebbe alle persone sane.

In quarto luogo, la Cina ha la capacità di soddisfare tutte le richieste di maschere per il viso in un breve periodo di tempo.In un solo mese di febbraio 2020, ad esempio, in Cina la capacità produttiva giornaliera e la produzione reale di mascherine sono aumentate rispettivamente di 4,2 e 11 volte.Il 2 marzo, sia la capacità che la produzione effettiva hanno superato i 100 milioni, il che potrebbe soddisfare le richieste di varie mascherine sia del personale medico in prima linea che del pubblico in generale.

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